Eggià, siamo quasi al secondo mese di permanenza nella fattoria degli amici Giovanni & Luigi e finalmente vediamo un po' d'inverno.
Diciamo finalmente perchè le basse temperature, gelo e neve una volta erano cose normali che nel ciclo naturale annuale mettevano a riposo terre, insetti, animali e colture, ma che negli ultimi tempi hanno perso la consueta regolarità.
L'inverno caldo ed umido dell'anno scorso ha portato alla proliferazione esagerata della mosca dell'ulivo, ed altri scombussolamenti vari che hanno causato danni al settore agricolo.
Certo, tutto questo è visto egoisticamente dal nostro punto di vista "umano", in realtà la natura se ne frega e continua imperterrita la sua eccezionale storia.
Finestra sulla campagna guardando verso est, dietro l'ultima collina di solito si vede il mare e le colline, non innevate a destra, sono quelle abruzzesi di Colonnella e Controguerra.
Anche qui ad Offida il 17 gennaio si festeggia Sant'Antonio, con il classico falò, però con un'intensità mai vista.
Sarà perchè molti sono allevatori o perchè ne approfittano per far festa, ma una settimana intera di botti, musica ed altro ci sembrano davvero troppo, eh eh eh...
Anche da noi in Brianza il falò di Sant'Antonio è una tradizione, ecco l'ultimo cui abbiamo partecipato nel gennaio 2011, 4 mesi prima della nostra partenza.
Intanto, oltre che in campo, avevamo seminato un po' di orzo in cassetta, per provare a trapiantarlo ben separato. Nella foto si vede quanto cresca la radichetta in sole due settimane.
Essendo molto vicino a Monsampolo del Tronto, siamo andati a trovare Fernanda & Mario, che l'anno scorso ci hanno ospitato verso la fine dell'estate.
Naturalmente eravamo anche mooolto curiosi di vedere la SerraPollaio (qui tutta la storia) in azione e siamo stati molto contenti nel vederla piena di piante e piantine in crescita.
Le galline, già lo sapevamo essendo molto rustiche, continuano a dormire all'aperto e la utilizzano solo in casi di maltempo, ma piume e cacche dimostrano che ogni tanto qualcuna ci entra e lascia magari anche un ovetto nel nido.
Poi, parlando con Giovanni, salta fuori l'idea di fare un semenzaio sulla terrazza della casa dove soggiorniamo noi, che è perfettamente esposta a sud.
La struttura di ferro già c'è, basta dargli una grattata e ripassarla con il protettivo ed inoltre, avendo noi la finestra proprio sulla terrazza, potremmo scaldare la camera con il calore solare accumulato.
Ed ecco il risultato, nel giro di due settimane abbiamo ripassato il ferro, messo la copertura di onduline trasparente, trovato e pulito vecchie fodere di abete da 10 cm, costruito la struttura e messo i teli (usati).
Naturalmente i due lati sono quasi completamente avvolgibili per potere aprire tutto con l'arrivo dell'estate.
Mentre aspettiamo ancora qualche giorno per fare i plateau con i semi, già ci stiamo godendo, finchè batte il sole, un poco di tepore in camera.
Altra attività messa in pista è la formaggificazione pecorinata. Abbiamo unito l'esperienza di Giovanni e sua mamma con la nostra fatta nei primi mesi del 2013 in Sardegna e con il latte delle pecore di un amico ci siamo messi d'impegno per fare: formaggio crudo, semicotto, cotto, grana, ricotta, ricotta salata, ricotta fermentata (alla salentina) e quark (tedesco spalmabile).
Ecco la prima forma di grana della nostra vita. Dopo aver rotto la cagliata bisogna portare il tutto a 53°, fare velocemente la forma e lasciarla in immersione nella pentola per più di un'ora. La stagionatura di tutti i formaggi la facciamo nella stanza più fredda della casa in cui abbiamo approntato un apposito armadio.
Ora una foto turistica: Offida, oltre che per i merletti a tombolo ed il vino bianco è anche famosa per la chiesa di Santa Maria della Rocca nella sua curiosa posizione sopra un calanco.
Diciamo finalmente perchè le basse temperature, gelo e neve una volta erano cose normali che nel ciclo naturale annuale mettevano a riposo terre, insetti, animali e colture, ma che negli ultimi tempi hanno perso la consueta regolarità.
L'inverno caldo ed umido dell'anno scorso ha portato alla proliferazione esagerata della mosca dell'ulivo, ed altri scombussolamenti vari che hanno causato danni al settore agricolo.
Certo, tutto questo è visto egoisticamente dal nostro punto di vista "umano", in realtà la natura se ne frega e continua imperterrita la sua eccezionale storia.
Finestra sulla campagna guardando verso est, dietro l'ultima collina di solito si vede il mare e le colline, non innevate a destra, sono quelle abruzzesi di Colonnella e Controguerra.
Il vigneto, già potato e la strada che scende verso la stalla.
Nella stalla, mucche, vitelli, il toro e le galline comunque se ne stanno al caldo.
Sarà perchè molti sono allevatori o perchè ne approfittano per far festa, ma una settimana intera di botti, musica ed altro ci sembrano davvero troppo, eh eh eh...
Anche da noi in Brianza il falò di Sant'Antonio è una tradizione, ecco l'ultimo cui abbiamo partecipato nel gennaio 2011, 4 mesi prima della nostra partenza.
Intanto, oltre che in campo, avevamo seminato un po' di orzo in cassetta, per provare a trapiantarlo ben separato. Nella foto si vede quanto cresca la radichetta in sole due settimane.
Essendo molto vicino a Monsampolo del Tronto, siamo andati a trovare Fernanda & Mario, che l'anno scorso ci hanno ospitato verso la fine dell'estate.
Naturalmente eravamo anche mooolto curiosi di vedere la SerraPollaio (qui tutta la storia) in azione e siamo stati molto contenti nel vederla piena di piante e piantine in crescita.
Le galline, già lo sapevamo essendo molto rustiche, continuano a dormire all'aperto e la utilizzano solo in casi di maltempo, ma piume e cacche dimostrano che ogni tanto qualcuna ci entra e lascia magari anche un ovetto nel nido.
Poi, parlando con Giovanni, salta fuori l'idea di fare un semenzaio sulla terrazza della casa dove soggiorniamo noi, che è perfettamente esposta a sud.
La struttura di ferro già c'è, basta dargli una grattata e ripassarla con il protettivo ed inoltre, avendo noi la finestra proprio sulla terrazza, potremmo scaldare la camera con il calore solare accumulato.
Ed ecco il risultato, nel giro di due settimane abbiamo ripassato il ferro, messo la copertura di onduline trasparente, trovato e pulito vecchie fodere di abete da 10 cm, costruito la struttura e messo i teli (usati).
Naturalmente i due lati sono quasi completamente avvolgibili per potere aprire tutto con l'arrivo dell'estate.
Mentre aspettiamo ancora qualche giorno per fare i plateau con i semi, già ci stiamo godendo, finchè batte il sole, un poco di tepore in camera.
Altra attività messa in pista è la formaggificazione pecorinata. Abbiamo unito l'esperienza di Giovanni e sua mamma con la nostra fatta nei primi mesi del 2013 in Sardegna e con il latte delle pecore di un amico ci siamo messi d'impegno per fare: formaggio crudo, semicotto, cotto, grana, ricotta, ricotta salata, ricotta fermentata (alla salentina) e quark (tedesco spalmabile).
Ecco la prima forma di grana della nostra vita. Dopo aver rotto la cagliata bisogna portare il tutto a 53°, fare velocemente la forma e lasciarla in immersione nella pentola per più di un'ora. La stagionatura di tutti i formaggi la facciamo nella stanza più fredda della casa in cui abbiamo approntato un apposito armadio.
Uscita della forma dal bagno nel siero, operazione che i sardi chiamano "inzottatura".
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