Questa settimana, sfruttando in parte la pioggia che ci impediva di andare nell'uliveto, abbiamo dato una mano nel piccolo ma funzionale frantoio della Fattoria la Buona Terra.
In questi anni di giroingiro di frantoi ne abbiamo visti parecchi ma tutti a ciclo continuo, con le centrifughe che prevedono un minimo intervento da parte del frantoiano, questo invece è di tipo vecchio con i fiscoli, la pressa e la separazione per decantazione
Eccolo quà, tutto in una stanza, la macina/gramolatrice/riempi fiscoli, la pressa e i tini per la decantazione.
La prima operazione dopo la raccolta è la vagliatura per separare foglie, rametti e eventuali corpi estranei dalle olive. All'uopo si utilizza uno scivolo di tondini di ferro messi per la lunga che permettono solo alle olive di scivolare in fondo ed a tutto il resto di cadere a terra.
Quindi le olive vengono caricate per essere macinate, si impiegano circa 20 minuti per 100 kg di olive. Anche la successiva fase di gramolatura dura 20 minuti ed è compiuta a temperatura ambiente per mantenere intatte le qualità olfattive dell'olio.
In circa mezz'ora tutta la pasta viene messa sui fiscoli utilizzando un dosatore su disco rotante. 77 fiscoli separati ogni 7 da un disco di acciaio che con cautela devono essere ben impilati a formare quello che sembra un gigantesco kebab vegetale.
Alice (la frantoiana vera) ed Ele osservano il kebab di fiscoli sotto pressa. I primi 30 minuti si impiegano per raggiungere i 100 bar di pressione dopodiche ad incrementi di 50 bar per volta si raggiungono i 400 bar che vengono mantenuti per mezz'ora.
In realtà l'emulsione acqua/olio comincia già a percolare durante la fase di impilatura dei fiscoli, ma il bello avviene durante la pressatura.
Dopo una breve doccetta e depressionamento della pressa ogni fiscolo viene semplicemente piegato per far staccare lo strato di sansa quasi secco ed indurito. Questo scarto viene poi utilizzato come combustibile per le caldaie sia della Buona Terra sia di Panta Rei.
A secchi l'emulsione di acqua/olio viene messa nei tini dove in poche ore avviene già la prima grande separazione, altre decantazioni vengono poi effettuate per avere alla fine un olio ben limpido. In questi giorni la resa in olio è del 15% del peso iniziale delle olive.
La morchia che si deposita sul fondo dell'olio solitamente viene data al maiale della fattoria, ma noi ce ne siamo fatti dare qualche chilo per future saponificazioni.
Rieccoci alla serra bioclimatica di Panta Rei, il fatto di essere venuti qui in novembre non è del tutto casuale, ci interessava molto vederla in azione nelle giornate di sole e bassa temperatura. Il suo potere di riscaldamento dell'edificio è davvero notevole e sicuramente la copieremo nella nostra futura casa, magari inserendo anche qualche bancale di orto sollevato da terra.
La grande terrazza che dà sull'orto e sul laghetto è stata construita per far arrivare i ragazzi disabili all'altezza dei rami della grande quercia, operazione altrimenti alquanto improbabile.
Lo stesso discorso vale per questa casa sull'albero realizzata in legno e terra/paglia e che viene utilizzata regolarmente da qualche ospite durante tutto l'anno.
Anche l'ampia segheria è stata costruita con la tecnica legno terra/paglia e riutilizzando più vetri di recupero possibile.
Una foto dall'interno della serra dell'orto, dove tra l'altro maturano ancora i pomodori, per documentare queste due bellissime varietà di amaranto. A Panta Rei sono molto fortunati perchè, ospitando a marzo il raduno annuale del WWOOF Italia in cui si svolge lo scambio dei semi, gliene vengono sempre regalate molte varietà.
Un po' di svago. Come al solito nei giorni di riposo prediligiamo l'esplorazione a piedi del circondario, nella foto sopra siamo arrivati al paesino di Castel Rigone costeggiando il lato est del bacino del Trasimeno, mentre sotto eravamo dall'altra parte, verso ovest, e di certo non ci siamo fatti cogliere impreparati dalla pioggia.
In questi anni di giroingiro di frantoi ne abbiamo visti parecchi ma tutti a ciclo continuo, con le centrifughe che prevedono un minimo intervento da parte del frantoiano, questo invece è di tipo vecchio con i fiscoli, la pressa e la separazione per decantazione
Eccolo quà, tutto in una stanza, la macina/gramolatrice/riempi fiscoli, la pressa e i tini per la decantazione.
La prima operazione dopo la raccolta è la vagliatura per separare foglie, rametti e eventuali corpi estranei dalle olive. All'uopo si utilizza uno scivolo di tondini di ferro messi per la lunga che permettono solo alle olive di scivolare in fondo ed a tutto il resto di cadere a terra.
Quindi le olive vengono caricate per essere macinate, si impiegano circa 20 minuti per 100 kg di olive. Anche la successiva fase di gramolatura dura 20 minuti ed è compiuta a temperatura ambiente per mantenere intatte le qualità olfattive dell'olio.
In circa mezz'ora tutta la pasta viene messa sui fiscoli utilizzando un dosatore su disco rotante. 77 fiscoli separati ogni 7 da un disco di acciaio che con cautela devono essere ben impilati a formare quello che sembra un gigantesco kebab vegetale.
Alice (la frantoiana vera) ed Ele osservano il kebab di fiscoli sotto pressa. I primi 30 minuti si impiegano per raggiungere i 100 bar di pressione dopodiche ad incrementi di 50 bar per volta si raggiungono i 400 bar che vengono mantenuti per mezz'ora.
In realtà l'emulsione acqua/olio comincia già a percolare durante la fase di impilatura dei fiscoli, ma il bello avviene durante la pressatura.
Dopo una breve doccetta e depressionamento della pressa ogni fiscolo viene semplicemente piegato per far staccare lo strato di sansa quasi secco ed indurito. Questo scarto viene poi utilizzato come combustibile per le caldaie sia della Buona Terra sia di Panta Rei.
A secchi l'emulsione di acqua/olio viene messa nei tini dove in poche ore avviene già la prima grande separazione, altre decantazioni vengono poi effettuate per avere alla fine un olio ben limpido. In questi giorni la resa in olio è del 15% del peso iniziale delle olive.
La morchia che si deposita sul fondo dell'olio solitamente viene data al maiale della fattoria, ma noi ce ne siamo fatti dare qualche chilo per future saponificazioni.
Rieccoci alla serra bioclimatica di Panta Rei, il fatto di essere venuti qui in novembre non è del tutto casuale, ci interessava molto vederla in azione nelle giornate di sole e bassa temperatura. Il suo potere di riscaldamento dell'edificio è davvero notevole e sicuramente la copieremo nella nostra futura casa, magari inserendo anche qualche bancale di orto sollevato da terra.
Anche l'edificio dormitorio, sul retro, è stato progettato e costruito con la facciata sud a vetri.
La grande terrazza che dà sull'orto e sul laghetto è stata construita per far arrivare i ragazzi disabili all'altezza dei rami della grande quercia, operazione altrimenti alquanto improbabile.
Lo stesso discorso vale per questa casa sull'albero realizzata in legno e terra/paglia e che viene utilizzata regolarmente da qualche ospite durante tutto l'anno.
Anche l'ampia segheria è stata costruita con la tecnica legno terra/paglia e riutilizzando più vetri di recupero possibile.
Una foto dall'interno della serra dell'orto, dove tra l'altro maturano ancora i pomodori, per documentare queste due bellissime varietà di amaranto. A Panta Rei sono molto fortunati perchè, ospitando a marzo il raduno annuale del WWOOF Italia in cui si svolge lo scambio dei semi, gliene vengono sempre regalate molte varietà.
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