Da due settimane siamo wwoofers in questo bel podere ad una decina di chilometri da Urbino, ospiti di una famiglia tedesco-bresciana con 4 figli insediatasi alla fine degli anni '80 e si vede... Infatti in questi anni per lo più abbiamo visitato realtà neonate, con tutto ancora da realizzare, questa volta possiamo vedere il lavoro di 26 anni nell'orto, gli alberi da frutta, gli altofusto, i cespugli ecc ecc...
La cosa interessante è farsi raccontare l'evoluzione partendo dal fatto che dove ora c'è una foresta c'erano solo 4 robinie sparute e qualche noce.
La vista dall'alto del frutteto, dove si è deciso di lasciare spazio per colture annuali sempre diverse. A destra si intravede il tetto della casa colonica. inutile far notare il panorama verso sud.
Questo scorcio davanti alla cucina ci ha colpito fin dal primo giorno per la sua varietà di alberi e la completezza con cui hanno occupato tutti i livelli spaziali, dalle erbe agli arbusti, i cespugli e le piante stesse.
Il giorno del nostro arrivo partivano degli amici e quindi quale miglior occasione per una pizza sull'aia al tramonto. Il Bungbu è ben riparato dal sole pomeridiano e dai venti serali da imponenti robinie .
Neanche a dirlo che questa volta i nostri lavori sono interamente agricoli, nei primi giorni abbiamo piantato più di 30 nuove piante da frutto per riempire qualche vuoto lasciato da vecchie piante. Questo è anche un ottimo periodo per mangiare al volo, spostandosi su e giù per il podere, prugne, albicocche ed i primi fioroni dei fichi.
Saimo scarriola dei melograni pronti per l'impianto, l'impressione è stata quella di essere come l'astronauta Freeman Lowell in una delle cupole foresta del film 2002 La Seconda Odissea con la differenza che qui la foresta non viene distrutta.
Un bel lavoro che ci ha impegnato per una settimana, però d'estate ci si ferma un bel po' dopo pranzo per il riposino, è stata la pulizia della vigna che era assediata da erbe ed altri vegetali diversamente utili. Un minimo di potatura dove era necessaria, legatura dei tralci con la ginestra ed apertura della via a colpi di falcetto e roncola.
Intanto noi esploriamo il circondario in cerca di un casolare con terreno, e ce ne sono diversi molto abbandonati, dato che non tutti sono pubblicizzati in rete, è sempre meglio fare un'esplorazione in loco. Nella foto Calmancino visto dalla collina ad est.
Un istrice vittima della strada, conosciamo almeno un amico neo rurale milanese che selo sarebbe portato a casa e cucinato arrosto, ah ah ah...
Marchigiane a riposo, questa zona è suddivisa per un terzo a seminativi, un terzo boschiva ed un terzo perlappunto a pascolo.
La cosa interessante è farsi raccontare l'evoluzione partendo dal fatto che dove ora c'è una foresta c'erano solo 4 robinie sparute e qualche noce.
La vista dall'alto del frutteto, dove si è deciso di lasciare spazio per colture annuali sempre diverse. A destra si intravede il tetto della casa colonica. inutile far notare il panorama verso sud.
Questo scorcio davanti alla cucina ci ha colpito fin dal primo giorno per la sua varietà di alberi e la completezza con cui hanno occupato tutti i livelli spaziali, dalle erbe agli arbusti, i cespugli e le piante stesse.
Il giorno del nostro arrivo partivano degli amici e quindi quale miglior occasione per una pizza sull'aia al tramonto. Il Bungbu è ben riparato dal sole pomeridiano e dai venti serali da imponenti robinie .
Neanche a dirlo che questa volta i nostri lavori sono interamente agricoli, nei primi giorni abbiamo piantato più di 30 nuove piante da frutto per riempire qualche vuoto lasciato da vecchie piante. Questo è anche un ottimo periodo per mangiare al volo, spostandosi su e giù per il podere, prugne, albicocche ed i primi fioroni dei fichi.
Saimo scarriola dei melograni pronti per l'impianto, l'impressione è stata quella di essere come l'astronauta Freeman Lowell in una delle cupole foresta del film 2002 La Seconda Odissea con la differenza che qui la foresta non viene distrutta.
Un bel lavoro che ci ha impegnato per una settimana, però d'estate ci si ferma un bel po' dopo pranzo per il riposino, è stata la pulizia della vigna che era assediata da erbe ed altri vegetali diversamente utili. Un minimo di potatura dove era necessaria, legatura dei tralci con la ginestra ed apertura della via a colpi di falcetto e roncola.
Intanto noi esploriamo il circondario in cerca di un casolare con terreno, e ce ne sono diversi molto abbandonati, dato che non tutti sono pubblicizzati in rete, è sempre meglio fare un'esplorazione in loco. Nella foto Calmancino visto dalla collina ad est.
Un istrice vittima della strada, conosciamo almeno un amico neo rurale milanese che selo sarebbe portato a casa e cucinato arrosto, ah ah ah...
Marchigiane a riposo, questa zona è suddivisa per un terzo a seminativi, un terzo boschiva ed un terzo perlappunto a pascolo.
Il Sasso Simone, dove siamo stati il mese scorso, segna il confine con la Romagna.
noi vi aspettiamo........
RispondiEliminaCacchio ragazzi, complimentoni!
RispondiEliminaHo scoperto quest'oggi il vostro blog e che dire? Splendido.
Cacchio quanti posti...nonostante a me, che sono felicemente un'incurabile stanziale, giri un poco la testa al sol pensiero hahahaa.
Ciao.