venerdì 31 ottobre 2014

Rieccoci a Cesolo di San Severino Marche

Quest'anno, per la consueta raccolta delle olive, abbiamo scelto di tornare a San Severino Marche (MC) in località Cesolo dall'amico Giovanni che già ci ospitò nel luglio dell'anno scorso per la nostra 31esima tappa. Quest'anno però, per la prima volta da quando siamo partiti, abbiamo concordato lo scambio del nostro lavoro con una parte dell'olio ricavato, il che ci permetterà di spedirne un po' a casa su in Brianza.

Dieci giorni fa il clima era ancora decisamente estivo poi, come un po' in tutta Italia, le temperature sono drasticamente calate e le giornate si sono fatte scure. Ma imperterriti noi continuiamo a dormire nel Bungbu, che però abbiamo dovuto convertire alla versione invernale.

La sveglia è alle 7,15 perchè con il cambio dell'ora preferiamo sfruttare la luce del mattino e finire ogni pomeriggio verso le 16.

Quest'anno la resa d'olio per kilo d'olive non è molto alta, siamo intorno all'11%, questo è dovuto alla ormai famosa  Bactrocera oleae, la mosca dell'ulivo che a causa della non troppo calda estate, si è riprodotta vertiginosamente attaccando le olive.
Qui a Cesolo Giovanni è stato fortunato perchè comunque le olive sono presenti sugli alberi, mentre qualcuno in zona proprio non ne ha. Anche il fatto di avere diverse varietà di alberi che maturano con tempi diversi ha aiutato a contenere la mosca, il  Leccino è il primo a maturare ed ha subito l'attacco più forte, mentre l'Orbettano ed il Piantone di Mogliano, più tardivi, si sono relativamente salvati.

Ecco come si presenta il nostro ufficio nel pomeriggio, quando il sole si appresta a tramontare dietro le montagne.

Altre immagini dall'ufficio.

Per la molitura andiamo giù in paese in un piccolo frantoio a gestione familiare, il Frantoio Ortenzi, gestito da almeno quattro generazioni e che ora è passato ad Andrea (nella foto).

La pasta oleosa all'uscita del mulino mentre entra nella gramolatrice dove, con una temperatura di circa 26° per 20 minuti, viene favorita la rottura dell'emulsione acqua/olio prima della separazione tramite centrifughe.
Comunque ogni due giorni riusciamo a raccogliere più di 2 quintali di olive e ce ne torniamo a casa dal frantoio belli contenti con il nostro bidone.

Una delle differenze rispetto all'anno scorso è che le pecore ora si comportano come un gregge e si fanno pascolare tranquillamente, mentre prima correvano ciascuna da una parte diversa rendendoci la vita alquanto difficile.

Una delle cose che avevamo in testa da un po' di tempo e che finalmente siamo riusciti a realizzare è il caffè di cicoria, ottenuto tagliando a pezzettini il fittore della radice, facendolo seccare al forno (aperto), macinandolo con un vecchio macinino da caffè ed infine tostando a piacere il macinato sulla stufa.
Il risultato è ottimo, molto amaro e profumato, ma abbiamo preferito miscelarlo con l'orzo tostato da filtrare. Attualmente in produzione abbiamo il caffè di ghiande (già sperimentato qui).

Per occupare una mezza giornata piovosa, in cui non si può raccogliere le olive, da quattro cassette di uva da tavola raccolta in giardino, abbiamo fatto un buon succo d'uva, del mosto cotto e un poco di mosto concentrato e marmellata, nulla si spreca...

Ed intanto ieri abbiamo doppiato i 42 mesi di viaggio.

1 commento:

  1. Tanta ammirazione e un pizzico di "invidia" per la vostra vista ufficio....complimenti!!!

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