domenica 21 dicembre 2014

L'Azienda Agricola di Giovanni & Luigi

Rieccoci!
A quasi due mesi dall'ultimo post ci stiamo avvicinando al momento in cui troveremo il nostro posto e quindi, a poco a poco, sentiamo che sta andando a scemare la motivazione per cui era nato questo blog, cioè raccontare il nostro GiroinGiro.
Vorremmo salutare l'amico afecionado "Borgorosso" che scrivendoci ci ha fatto notare la nostra latitanza dal web.
Oh Borgo, scrivici dalla tua mail, non da Blogger, così possiamo risponderti!

Dopo le olive a San Severino, novembre è passato tranquillo concludendosi con una volata su in Brianza a portare l'olio ricavato.
Ma il nostro GiroinGiro continua ed allora siamo ritornati nell'ascolano picenate, ospiti wwooferanti di Giovanni & Luigi nella loro azienda agricola biologica ad Offida.
Siamo tornati in questa zona per stringere ancora un poco il cerchio della nostra ricerca di un posto, inserirci nella vita sociale della vallata del Tronto e vedere come si passa l'inverno a queste latitudini.

L'azienda è proprio una classica fattoria con tutti gli annessi e connessi, i nostri ospiti principalmente coltivano cereali, la vigna e seminativi vari ed inoltre hanno un grande orto, una ventina di mucche razza marchigiana, pollame, pecore e due cavalli.
Approfittando della temperatura certamente non invernale, per le prime 3 settimane abbiamo continuato a dormire nel Bungbu, ma da pochi giorni, visto il tran-tran della fattoria e  l'aumentare del fango, ci siamo sistemati al primo piano della parte destra della casa. Era dal marzo scorso che dormivamo continuativamente sulle nostre quattro fidate ruote.

La fattoria vista dal basso della vallata con in primo piano le stalle. 
La famiglia di Giovanni e Luigi ha sempre lavorato queste terre, fino agli anni '60 come mezzadri ed in seguito diventandone proprietari.

Quando siamo arrivati ad inizio dicembre l'orto era ancora molto carico di prodotti fuori stagione, peperoni, peperoncini e melanzane ed allora ci siamo presi l'impegno di raccogliere tutto, pulirlo e conservarlo. Naturalmente non mancano le primizie invernali, verze, cavolfiori, cavoli cappuccio, porri, finocchi, biete, insalate varie tra cui la nostra preferita e croccantissima, cicoria catalogna.

Una parte dei peperoni che abbiamo raccolto. Tra tutte le possibilità di conservazione abbiamo optato per tagliarli a striscioline e congelarli in sacchetti.
I peperoncini, di ogni forma e varietà, li abbiamo in parte svuotati, scottati in aceto e congelati, in parte messi a seccare per poi polverizzarli ed in parte frullati con un po' d'olio ed invasettati da consumare a breve.

La mamma già a cominciato a preparare l'orto per il nuovo anno, trapiantando carciofi e seminando fave, cipolle ed aglio. Nella foto seminiamo una fila sperimentale di orzo mondo, quello del caffè. Inoltre, pescando nelle nostre riserve di semi abbiamo seminato anche qualche lupino per riprodurlo.

La presenza in superficie dei lombrichi, oltre ad accertare l'ottima qualità del terreno, è un'ulteriore conferma dell'irregolarità delle temperature di questo dicembre.

Nella zona bassa del terreno, chiamata lu lagh (il lago), c'è questo piccolo vulcanello di fango da cui, ad un braccio di profindità, si può pescare dell'ottima argilla salsa bromo iodica. Ogni 30 anni circa, l'ultima volta nel 1988, il vulcanello erutta notevolmente riempiendo il fondo valle. Essendo ricca di Ferro, Calcio, Magnesio, Zolfo e Potassio è storicamente usata per i malanni articolari e della pelle, sia per le persone che per gli animali.

Dicembre in campagna è notoriamente il mese in cui si ammazza il maiale, una tradizione che ormai ha perso il suo senso dovuto alla necessità di sfamare la famiglia, ma che rimane un momento sociale e rituale in cui ciascuno ha il suo compito ben stabilito. Dato che pochi ormai chiudono il cerchio utilizzando tutte le parti del maiale, noi ci siamo inseriti nella scala sociale come saponificatori e quindi, ogni tanto, ci arriva in regalo qualche decina di chili di grasso da lavorare.

In 4 ore di pentola il grasso si scioglie, perde l'acqua che deve evaporare e, dopo aver filtrato i ciccioli fritti, da utilizzare per esempio per arricchire il pane, diventa un limpidissimo olio. Noi utilizziamo le stesse proporzioni olio-acqua-soda che abbiamo sempre usato per fare il sapone con le morchie dell'olio d'oliva. Nei prossimi giorni proveremo anche a sostituire la soda con la lisciva da cenere...

Le prime saponette messe ad asciugare. Quelle bianche sono semplici, quelle rossicce sono con fiori di luppolo sminuzzati (regalo di Valeria e Felice del Birrificio Lucano di Potenza di 3 anni fa) mentre quelle grige sono con l'argilla del vulcanello che, ci hanno assicurato, darà una cremosità fantastica al sapone.

In questa zona non c'è l'usanza di fare il lardo ma noi abbiamo voluto fare lo stesso una prova utilizzando le parti migliori del grasso con cotenna, salato ed aromatizzato con alloro ed origano. Vedremo tra un mesetto...

La stalletta delle pecore.

Intanto, tramite Giovanni che in paese conosce veramente tutti, stiamo facendo girare la voce della nostra ricerca di un rudere con terreno ed allora eccoci, proprio con Giovanni e l'amica Silvia a visionare uno dei tanti ruderi presenti nella zona.

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